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Central Bank Digital Currency

Dal sito “Blockchain4Innovation.it” l’estratto di un articolo molto interessante sullo sviluppo dei nuovi sistemi digitali di pagamento ed, in particolare, l’emissione della CBDC – Central Bank Digital Currency, una valuta digitale emessa direttamente dalle banche centrali.

L’articolo cerca di dare una panoramica sulle novità della finanza digitale e ne valuta gli aspetti positivi e negativi.

La CBDC è una valuta digitale emessa da una banca nazionale avente corso legale. Al pari della valuta corrente, la banca centrale ne controlla l’emissione per regolarne le fluttuazioni e mantenere la stabilità economica. Le ragioni per una sua introduzione spaziano dall’inclusione dei cittadini oggi ai margini dei circuiti privati di pagamento, alla riaffermazione del ruolo delle banche centrali e dei governi sulle politiche monetarie e fiscali al sostegno della liquidità per imprese e privati cittadini, fino alla semplificazione dei pagamenti transfrontalieri a supporto delle attività di import export. Non ultimo il contrasto a una finanza completamente decentralizzata rappresentata dalle cryptocurrency stablecoin, le cui regole, garanzie e sicurezze sono normate e controllate solo dal circuito stesso senza sottostare ad alcun ente vigilante.

Per l’Europa in particolare, l’introduzione di una propria moneta digitale rappresenta anche un importante passo all’autonomia strategica, poiché la grande maggioranza dei circuiti di pagamento (o meglio la preponderanza del volume transato) è gestito da società internazionali private extracomunitarie.

La BCE ha però una difficoltà in più rispetto alle altre banche centrali, ovvero dover negoziare le decisioni strategiche con ogni stato membro, con i suoi governi, le sue banche centrali e commerciali.

In questa situazione, che rallenta lo sviluppo dell’euro digitale, diversi paesi e le loro banche centrali hanno preso iniziative singole. Francia e Svezia su tutti. Un eccessivo immobilismo della BCE potrebbe quindi riportare a uno scenario in cui valute locali siano nuovamente presenti nell’eurozona, con impatti rilevanti sulla stabilità stessa dell’unione.